Lunedì scorso è stato presentato quello che dovrebbe essere il primo motore di ricerca tutto italiano: Volunia.
La presentazione si è svolta presso l’Università di Padova, in cui l’ideatore di Volunia, Massimo Marchiori, occupa un posto come docente di Reti e Tecnologie Web. Quando si presenta un progetto del genere ci si aspetta un qualche tipo di campagna virale, una strategia di comunicazione basata sui social network e per finire una presentazione coi controfiocchi.
Nella realtà la fan page di Volunia su Facebook è apparsa i primi di novembre con uno spot simpatico in cui un pescatore professionista, viene battuto sul tempo da un pischello che entra in acqua e semplicemente immergendo le mani, tira fuori una preda notevole. La prima chiave di lettura dello spot potrebbe essere una rappresentazione della facilità di utilizzo del prodotto e nell’ottenere risultati rispetto ai sistemi tradizionali (il pescatore professionista era forse Google?Uhm…).
Ma torniamo alla presentazione. Aula Magna, pochi eletti (quasi tutti “Vip”), e una presentazione in Power Point con delle slide riempite con immagini scaricate dal web.
“Gelo!”, penserete voi. Macchè. Il meglio, anzi, il peggio deve ancora venire. Durante la presentazione il Nostro ha un’ illuminazione divina e parlando degli internauti li definisce come “galline confinate in un pollaio, pronte a spiccare il volo”. Un colpo di genio, non c’è che dire.
Sì perchè, visto e considerato che Volunia è un’accozzaglia di funzioni pseudo-social, visualizzazione immagini dei siti visitati, funzioni di visualizzazione alternativa stile “Sim city” della mappa dei siti senza però rispettare la gerarchia degli elementi del sito, (e preferisco fermarmi qui) e che la funzione principale, cioè il “motore di ricerca” funziona in modo alquanto discutibile, il paragone con le galline è quanto mai azzeccato: le galline, dottor Marchiori, non volano!