Ormai da anni prende sempre più piede sul web quella che è stata definita “pubblicità invasiva”. L’utente medio si imbatte spesso nelle pubblicità che offrono prodotti strettamente legati ai suoi interessi personali. Ma come funziona questo sistema? Tutto è regolato dai motori di ricerca.

Google, per citare uno a caso, ha a sua disposizione un immenso gruppo di siti e applicazioni che permettono agli advertisers di pubblicare annunci AdWords pertinenti. Quando facciamo una ricerca, Google deposita, tramite il nostro browser, un cookie con un codice preciso nel nostro computer, che successivamente viene riletto dalle pagine in cui sono presenti gli annunci AdWords, visualizzando le offerte che riguardano più da vicino i nostri gusti.

A questo punto, qualcuno esclamerebbe: “Cool, ah?!”. Bene.

Dal punto di vista strettamente tecnico e pratico, sì, ma dal punto di vista della privacy, l’utente potrebbe porsi qualche problema.

Tempo fa un mio cliente mi chiese “Come mai visualizzo sempre annunci di chat erotiche e donne mezze nude nelle pubblicità sui siti? Ho fatto una figuraccia con mia moglie che passando ha guardato il monitor…”

La mia risposta è stata: “Se smettessi di visitare Redtube, il problema forse si risolverebbe.”

E questa vicenda, benché abbia un lato decisamente comico, fa riflettere su quanta privacy ci sia rimasta dall’avvento dei nuovi metodi di web advertising. Per non parlare del sistema che analizza i nodi della nostra connessione, sentenziando “Splendide ragazze NELLA TUA ZONA. Approfittane ora!”.

Credo che ne approfitterò per una bella pulizia del mio browser.