Il mondo del mercato vive attualmente in un clima di forte permissività. Permissività verso il cliente ovviamente, e veri e propri corsi di ammaliamento per gli uffici marketing.

Le aziende oggi fanno a gara per tentare di rosicare quote di mercato coccolando e viziando spregiudicatamente ogni singolo cliente, potenziale o effettivo che sia, ormai quasi non v’è più differenza.

Da tempi neanche troppo recenti infatti le più grandi ed affermate società puntano sulla fidelizzazione a tutto tondo: vince il brand a cui un cliente sempre più annoiato ed esigente riesce ad affezionarsi, del resto è la dura legge del mercato, la perfezione è sempre più scontata (e richiesta come requisito minimo), ed ogni lievissimo errore stravolge la percezione del suo target, spingendolo immediatamente verso altri lidi di vizi e carinerie.

E ciò che rende il tutto più tragico per le povere, piccole, multinazionali, è la sensazione che più andiamo avanti più un solo minuscolo passo falso ed il cliente è inesorabilmente perduto, perché non darà per nessun motivo al mondo una seconda possibilità.

Ma, in questo andazzo, che da trend diventa sempre più un must, qualcosa sta cambiando, qualcuno ha ingranato il meccanismo al contrario, e sta verificando cosa succede.

Sto parlando della una politica adottata dalla Valtur, notissimo tour operator che lavora ormai in tutto il mondo.

L’azienda, per il Villaggio Valtur di Pila in Val d’Aosta, ha deciso di andare dunque in controtendenza.
Niente All inclusive, nulla è stato dato per scontato nel suo villaggio, il tour operator vuole si accontentare ogni desiderio del cliente, ma ogni sua richiesta deve essere resa nota e, se possibile, pagata immediatamente.

Mi spiego meglio. Avete presente le formule all inclusive?
Parti, arrivi in un meraviglioso villaggio (invernale in questo caso), e tutto quello che puoi desiderare è compreso nel prezzo, dalla colazione alla merendina, dalle escursioni al centro della terra al corso di arrampicata off limit a testa in giù.

Avevi pensato a qualcosa di estremamente eccezionale?
Valtur l’ha pensato prima di te, e te l’ha inserito già nel pacchetto, che tu poi lo faccia o no, l’importante è esserci arrivato preventivamente.
E probabilmente è arrivato anche il momento in cui qualcuno ha detto “che noia” e l’esperimento contrario è partito.
Ecco il risultato: Parti, arrivi in un meraviglioso villaggio (e fino a qui è tutto come prima…) ma: vuoi un bicchiere d’acqua o il caffè dopo pasto? Lo chiedi e lo paghi.
Vuoi un giornale da sfogliare mentre attendi la navetta? Lo chiedi e lo paghi.
Pensavi ad una cioccolata calda per la tenere buona la tua bambina dal freddo e dalla neve? Lo paghi quasi prima di chiederlo.
E vogliamo parlare dei branchi di fotografi ingaggiati dalla valtur che girano indisturbati nel villaggio?
Una foto, manco sempre richiesta, può costarti quanto un giorno in più nella struttura. Ma fa tanto souvenir…

Insomma, contro ogni tipo di concessione gratuita, tesserina o dono offerto al cliente per far parlare bene di sé, oggi la Valtur gioca la carta del “chi paga (e lo fa vedere) è più chic”.

Ennesima trovata per sfoggiare un portafoglio in pelle all’ultimo grido dei super ricconi in qualsiasi momento della giornata oppure un appiglio all’essential, della serie: evitiamo gli eccessi che la vacanza può essere bella anche senza il cocktail con l’ombrellino?

Ai posteri (ed ai turisti) l’ardua sentenza. Noi siamo aperti ad ogni tipo di nuova strategia, purché riusciremo a trovarci un senso.
Perché il bello del marketing e della comunicazione è anche questo, trovare un senso ed ammettere che chi lo trova ha trovato anche la strada per distinguersi dalla massa.