“Conosci Faruk? E Serena? E Francesco? E…”
Se abitate a Roma in questi giorni avrete visto manifesti come questi sparsi dappertutto, anche dove non dovevano essere. Avvicinandovi avrete notato un indirizzo internet, che riconduceva ad una pagina di Facebook che dava una spiegazione della pubblicità criptica.
Posto che il dominio di Facebook è “.com” e non “.it” come riportato sul manifesto, tutti quei cartelloni erano un tentativo di viral marketing col sistema dello spot in due tempi. Prima incuriosire e poi rivelare.
Gli unici che si sono incuriositi sono stati i vigili urbani che provvederanno a far recapitare una multa all’autore della campagna pubblicitaria per affissione abusiva. E l’unica rivelazione che il pubblico ha avuto, è che si trattava di una campagna di tesseramento del PD.
A tal proposito, qualche consigliere del PD ha saputo così della campagna pubblicitaria, dopo aver indagato per giorni “su quelli che hanno imbrattato Roma con questa roba” (così si pronunciava qualche giorno fa Cristiana Alicata, dirigente del Pd nel Lazio).
Non è la prima volta che il Partito Democratico viene criticato per una campagna pubblicitaria, come abbiamo visto lo scorso anno per i manifesti con il Bersani, versione “bianco e nero” . Questa volta ho intuito quale fosse lo scopo, peccato che abbiano mancato l’obiettivo forse per un eccesso di “zelo” da parte dell’ufficio comunicazione del PD, che invadendo le strade con manifesti abusivi, si è attirata non solo le critiche della gente, ma anche dei componenti stessi del partito. E questo, diciamolo, non è proprio una bella pubblicità.
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