L’occhio di Google ormai ci spia da ogni latitudine, mostrando pregi e difetti di tutto quello che ci circonda. Stiamo parlando dell’ennesimo servizio sui generis che il colosso americano ha tirato fuori dal cilindro e che questa volta ha avuto anche la benedizione addirittura dell’Unesco: il World Wonders .

Ben 18 paesi sono entrati in questo catalogo turistico e tra questi anche alcuni siti italiani quali: l’area archeologica di Pompei, e i centri storici di Firenze, Urbino, Napoli, Pisa, Villa Adriana e le Cinque Terre.

Per arrivare ad avere tutto questo, Google si è servito delle immagini a 360° gradi che il suo famosissimo triciclo fotografico a pedali ha scattato per Street View. Ma proprio il Trike di Google fa sorgere spontanea una domanda, che ha già fatto scoppiare una bella polemica diverso tempo fa, quando sono iniziati i sopralluoghi fotografici che Google ha effettuato per raccogliere il materiale stipato poi in Street View.

Il pomo della discordia sono proprio le foto scattate all’impazzata e che spesso ritraggono persone intente a camminare o a fare altro, tra le strade di tutto il mondo.

Paradossalmente, andando ad analizzare questa cosa, ci ritroviamo tutti ad essere parte integrante di queste immagini che Google ha acquisito; senza però che nessuno ci abbia chiesto il permesso. E questo, nell’epoca della affermazione del diritto di privacy, è sicuramente una cosa che stona moltissimo.

Da un lato quindi, il servizio innovativo, per certi versi piacevole, che ci consente di effettuare una visita virtuale a 360° gradi di siti di incredibile bellezza; dall’altro il rischio di ritrovarsi fotografati e sparati in rete, così da essere alla mercè di qualsiasi persona in qualsisi momento.

Da oggi, quindi, è possibile visitare ben 132 siti, tra i più belli al mondo, collegandosi direttamente all’indirizzo: www.google.it/worldwonders.