Quante volte ci rechiamo al supermercato per comprare un prodotto e ritorniamo carichi di spesa?
Forse non ce ne siamo neanche resi conto ma siamo stati intrappolati in uno strategico meccanismo di marketing.
Fateci caso quando entrate in un supermercato siete spesso costretti a seguire un percorso prestabilito, che vi porta praticamente a girare tutti gli scaffali alla ricerca del vostro prodotto.
In questo modo venite attratti inconsapevolmente da “Offerte speciali”, “Promozioni”, “3×2”, “Sconti del 30%” e così via.
Numeri, slogan immediati, che ci entrano in testa convincendoci dell’offerta imperdibile che abbiamo davanti.
Il principio è quello di “far vedere” per “far comprare”.
Presi da un improvviso raptus di acquisto compulsivo carichiamo il carrello di una quantità di prodotti che ci basterebbe per un mese.
Prodotti che spesso hanno una scadenza molto vicina e che soprattutto non avevamo assolutamente intenzione di comprare.
Ma ancora più studiata è la disposizione degli articoli negli scaffali.
I prodotti per i bambini per esempio hanno immagini di fantasia e colori molto accesi, per attrarre l’attenzione, posizionati alla loro altezza dove possono afferrarli facilmente.
I prodotti industriali sono spesso messi più in risalto di quelli naturali, relegati in una zona oscura e nascosta.
Una delle parti più contese dalle grandi aziende è la fine degli scaffali dove vengono messi in risalto prodotti apparentemente in offerta, che i realtà di conveniente hanno ben poco.
Veniamo tartassati, bombardati, storditi, sinché senza accorgercene arriviamo alle casse con il carrello pieno.
Paghiamo senza battere ciglio e stanchi non vediamo l’ora di tornarcene a casa, senza fare la cosa più importante: controllare lo scontrino!
Capita sempre più spesso , soprattutto nei centri commerciali, di pagare un prodotto più di quanto indicato.
Mi è successo molte volte di vedere un prezzo in un cartellino e prendere il prodotto corrispondente nello scaffale, per poi scoprire una volta pagato che il prezzo era riferito ad un altro articolo.
Ora è vero che ti rendono i soldi se lo desideri (non tutti), però mi chiedo quante persone non guardano lo scontrino, soprattutto con spese molto abbondanti come avviene nei centri commerciali?
Nessuno può dimostrare che questo “errore” di prezzo venga fatto apposta, eppure è ormai una costante, che lascia pensare, anche perché a causa di questi “errori” si paga sempre di più e mai di meno.
One comment
Un giorno o l’altro mi prezzo 1 kg di mele e uso lo scontrino per portarmi a casca un iMac a 99 centesimi 🙂 devo trovare solo una cassiera cosi idiota da leggere “Apple” e pensere che siano veramente mele ah ah ah ah