Ormai è arcinoto che Grillo non considera i giornali e i giornalisti italiani degni di esercitare questa professione.
La sua coerenza, da questo punto di vista, è quantomai costante. In passato infatti le ha tentate tutte per eliminare quello che, secondo lui, è il privilegio più importante per gli editori: il finanziamento pubblico.
Togliere i fondi pubblici all’informazione cartacea per spazzare via l’influenza che questi hanno sulle informazioni, al fine di evitare che vengano pilotati dalle persone più potenti.
E’ questo il suo motto. Ora che le elezioni hanno decretato, forse solo il suo movimento, come vincitore, questa logica sembra ancora di più rafforzata. Evita completamente di rilasciare interviste e di sottostare al contraddittorio.
Quando lo si vede in televisione, è soltanto per qualche fugace domanda che gli viene posta da questo o da quell’altro inviato, a cui lui risponde altrettanto fugacemente e sempre di corsa.
Quest’atteggiamento non viene invece riservato ai quotidiani esteri. Loro hanno la “fortuna” di salire sul suo pulmino e fargli un’intervista completa.
Con buona pace dei giornali nostrani.