In questi giorni non si fa altro che parlare delle dichiarazioni del Ministro degli Interni incaricato Anna Maria Cancellieri, la quale si è lasciata andare ad una considerazione, che definire “infelice” è un eufemismo.
“I giovani sono fermi al posto fisso nella stessa città, di fianco a mamma e papà”.

Google and work

Tra l’altro è lo stesso commento fatto dall’ex ministro Renato Brunetta qualche anno fa, che suscitò le medesime polemiche. Ma noi italiani, si sa, siamo un popolo di santi, poeti, navigatori (quasi tutti…), e soprattutto comici che si copiano gli sketch. Se solo facessero ridere, potrebbero anche loro passare comodamente da un lavoro all’altro.

Ma se il paese fosse governato da un motore di ricerca, Google per esempio, come sarebbero le condizioni dell’occupazione in Italia?  Come abbiamo visto in precedenza, Google utilizza degli algoritmi che valutano i siti web in base ai contenuti, l’originalità, la frequenza di aggiornamento, i referral links e via discorrendo. Quindi un sistema del tutto meritocratico, nella maggioranza dei casi. Se noi fossimo le pagine web analizzate dagli algoritmi di Google, avendo i requisiti richiesti, verremmo posizionati in alto nelle pagine dei risultati e per questo verremmo preferiti ad altri con qualità inferiore.

Viene da se che per i migliori ci sarebbe possibilità di impiego, e non necessariamente un “posto fisso”, ma anche un lavoro autonomo che metta in luce le proprie capacità e che metta alla prova la loro voglia di fare. Ma quanti di voi, cercando qualcosa su Google, passa alla seconda o addirittura alla terza pagina dei risultati prima di cambiare la parola chiave ricercata? Pochi. Pochissimi. Va bene, diciamo quasi nessuno.

Alla parola “disoccupati”, Google risponde con 5 milioni e 700 mila risultati divisi su 500 mila pagine. Anche se tutti avessero pari requisiti , più del 99% si ritroverebbe oltre la prima pagina dei risultati. Una situazione davvero paradossale quindi, che metterebbe in crisi anche l’algoritmo più sviluppato del web e lascerebbe a casa milioni di persone perché non hanno le possibilità di entrare nella top ten.

Per fortuna le cose non stanno così. Solo chi è effettivamente meritevole viene posizionato in alto nelle result pages.  E gli altri?
A meno che non siano raccomandati da Google, gli toccherà mettersi un po’ in gioco, no?

A limite ci scappa sempre un bell’ indulto…