Mistificazione e verità. Sono i pilastri della comunicazione pubblicitaria da quando esiste il commercio. La domanda più ricorrente (e in molti casi anche l’unica) che ci si è sempre posti, è come rendere appetibile un prodotto per invogliarne l’acquisto.

Anonymous

Allora mi vengono in mente quelle televendite dove pubblicizzano con redazionali da 15 minuti, quei prodotti per il fitness sulle reti private. Quindici minuti della propria vita sprecati a guardare uomini e donne con fisici statuari e sinuosi da far invidia ad atleti professionisti, che mostrano come i prodotti che stanno usando diano con facilità e “con 5 minuti al giorno” risultati incredibili. Appunto. Incredibili, nel senso etimologico del termine. Questa è mistificazione.

Per il secondo esempio devo spegnere la televisione ed accedere ad Internet. E solo per questo, potrei già terminare il discorso. Comunque, come dicevo, accedo ad Internet e poi entro sul social network. Qualcuno ha condiviso il link del sito di una parlamentare appena violato da “Anonymous“, un gruppo di hacker indipendenti, che ha pubblicato sulla sua home page una serie di domande più che lecite, domande che nessun “giornalista” si sognerebbe di fare ai diretti interessati e che nessun giornale pubblicherebbe su richiesta. Questa per tutta riposta li canzona “(…) in un momento in cui tanto si parla di libertà di stampa, di libertà di informazione e di democrazia, non sarebbe stato meglio chiedere la pubblicazione delle vostre rimostranze, piuttosto che irrompere in uno spazio dedicato ad altro?  Ipse dixit.
Se ne deduce che per comunicare cose vere, il modo più semplice sia un tipo di comunicazione “aggressiva”, per così dire, per evitare di essere osteggiati da chi ha interessi opposti. E questo di Anonymous è solo un esempio estremo di modalità attualmente in auge

Per concludere, la mistificazione ha una pubblica rilevanza ed è ben tollerata e di conseguenza il marketing si basa quasi completamente sul concetto che l’importante non è vendere il prodotto, bensì vendere l’idea che l’utente si fa del prodotto. Qualcuno dirà: “Beh, mi sembra ovvio.”
Può darsi. Poi però, non capisco perchè lamentarsi quando al posto di un I-phone ci si vede recapitare un mattone in laterite.

E questa è la verità.