Sarà che ormai i mass media tradizionali non reggono più il passo con i tempi, ma notizie si sa, oggi non sono quasi mai di prima mano, non sono quasi mai sorprendenti, non sono quasi mai abbastanza interessanti.
I telegiornali in particolare, riflettevano, nell’epoca di internet, spesso arrivano tardi. Del resto non è biasimabile chi, ed ormai è gran parte dei lavoratori italiani, passa le sue otto ore lavorative davanti al computer e spesso, vuoi per staccare un po’, vuoi per distrarsi, vuoi per ritornare con i piedi per terra, và a leggersi le notizie dell’ultim’ora direttamente su ciò che ha avanti, che non è certo un televisore o un quotidiano.
Avete avuto modo di seguire il Tg1 nell’ultimo periodo? Il Telegiornale cult della televisione italiana oggi paga i giornalisti che annunciano mezza notizia e concludono il loro intervento con l’invito a cercare gli “approfondimenti” sul sito web www.tg1.rai.it.
E se ci andiamo sul serio, nel sito spesso c’è esattamente il testo che ha appena letto in giornalista, magari qualche immagine (che siam fortunati se non è un fotogramma del servizio andato in onda), un minuto di commento e poco altro. Perchè siamo dovuti andare sul sito del tg allora?
Non sarà mica per i pochi, ma comunque presenti, messaggi pubblicitari che vi appaiono?
Il telegiornale della rete pubblica nazionale in verità, non può mandare spot pubblicitari in sovraimpressione, nè fare riferimenti promozionali di qualunque tipo durante la diffusione di notizie.
E, per norma o per etica, i siti di molte emittenti europee mantengono un certo ritegno professionale anche online, guardandosi bene dall’infarcire le loro pagine con consigli per gli acquisti.
Dunque la BBC o la CNN, per citarne alcuni, o anche i siti di France2 e Zdf, sono tanto lindi e puliti: un chiaro messaggio su come l’impegno a fare della buona informazione riesca a prescindere senza nessun problema dagli sponsor e dai banner pubblicitari.
Sottigliezze e stranezze dell’Italia di oggi, vista dagli occhi di uno a cui il potere della comunicazione, in senso lato, non sfugge in nessun campo.
E’ pur vero che il Tg1, pilastrone della radio televisione italiana, trasmette dal 1954 (e, se proprio vogliamo essere pignoli, con la dicitura Tg1 dal 1976), ed ha informato per decenni l’Italia di ciò che accade nel mondo e ha contribuito a creare l’aureola di “verità assoluta” dell’informazione.
Avete anche voi una mamma, una zia, un vecchio parente che ancora si ostina a dire: “E’ vero: l’hanno detto al telegiornale!” ??? Sto parlando esattamente di quello. Probabile che un banner promozionale ben posizionato in un sito del genere raccolga più proseliti che in semplici siti commerciali.
Verrebbe da chiedersi, deformazione professionale, quanto costa ad una azienda la visualizzazione di un banner pubblicitario nei pochi prescelti dai gestori dell’harem delle notizie vere-per-forza.
E, di conseguenza, farsi prendere dalla tenerezza per un’azienda che, pur avendo oltre 5000 dipendenti, pur forzando i cittadini a pagare il canone tutti gli anni per il “semplice possesso” di uno o più radio o televisori in casa, abbia bisogno di vendere banner pubblicitari.
Ma come se non bastasse nell’edizione della sera del primo dicembre anche un servizio intero dedicato alla nuova grafica e ai numerosi visitatori.
Ecco il video.
3 comments
Complimenti per l’attenzione. Troppo spesso vengono commessi questi errori in televisione e mai nessuno ne sottolinea l’importanza.
Sono contento di aver letto il tuo articolo.
Buona giornata.
Imbarazzante davvero lo fanno imperterriti in tutte le edizioni.