E pensare che ha iniziato cantando e facendo cantare la gente nelle piazze italiane… “Quello del karaoke”, così lo chiamavano le persone che lo vedevano per le prime volte in tv. Imitatore, cantante, ballerino, il mattatore della prima serata.

Fiorello, ha visto la sua carriera in continua ascesa da quei tempi, fino a diventare il personaggio più corteggiato da televisione e radio, una sorta di “asso da calare” quando bisogna fare sul serio.

“Il più grande spettacolo dopo il week-end”, per 4 lunedì consecutivi ha tenuto incollate allo schermo un totale di 47 milioni di persone, con una media del 44% di share e un picco del 50,2% nell’ultima puntata.

Numeri stratosferici per la direzione della RAI che non vedeva ascolti del genere dal 1954.
E giù tutti a dire “eh, bravo Fiorello”, “se non ci fosse Fiorello…”, “solo Fiorello può…” ecc ecc. Ma è davvero tutto merito suo? Vediamo.

Il programma è stato scritto ed ideato con Marco Baldini e altre sei persone pressoché sconosciute, direttore delle musiche, coreografie (Daniel Ezralov), direttore della fotografia, luci, telecamere fisse e steadycam (ognuna ovviamente con un’addetto), assistenti di studio e di palco, tecnici audio e video, trucco e parrucco, assistenti alla regia e infine il regista.

Per non parlare ovviamente degli ospiti che sono intervenuti, importanti e numerosi, nello stile di una prima serata di tutto rispetto.

Il successo è quindi in larga parte derivato da un lavoro di squadra notevole, dato che ovviamente chi sta davanti alle telecamere è in balìa di tutto il resto.

Senza nulla togliere all’anchorman siciliano, che è senza ombra di dubbio bravissimo nel suo lavoro, intendiamoci.

Ma probabilmente, senza il team di altissimo livello a sua disposizione,” il più grande spettacolo dopo il weekend” si sarebbe trasformato in ” guardiamo il dvd che avevo noleggiato nel weekend? “.