Di certo un 25° posto non è così male, basta solo non pensare al fatto che i candidati in lista sono 28. Ecco che viene pubblicato l’ennesimo bollettino che spinge l’Italia al margine del foglio.
Ma davvero non siete stanchi anche voi, come me, di essere sempre tra gli ultimi?
Questa volta il tema è hi-tech: la banda larga e la velocità di trasmissione dei dati in Rete. Se in paesi come il Giappone si parla di un piano per portare la velocità dati a 2 Gigabit, qui in Italia ancora si deve capire come garantire a chi paga per una connessione di 8 Megabit questa effettiva portata.
Perché?
Fino ad oggi i governi che si sono succeduti hanno fatto finta (o non lo sanno davvero?!) di non conoscere cose come Internet, Banda Larga, Fibra. All’improvviso si parla di indice di digitalizzazione, di banda ultra larga, di diffusione di Netflix, di realtà virtuale, di telemedicina, di stampa 3D, ed ecco che ci si sveglia dal sonno eterno con un’unica domanda in testa: e adesso?
Ovviamente adottare un piano di emergenza da 6,6 milioni di euro di fondi pubblici non basta se non sai dove investire questi stessi soldi. Ancor di più il tutto non può funzionare se ci si ostina a farlo all’italiana: chiedendo il permesso alle lobby che da sempre si occupano di “scavare nell’asfalto” per posare la fibra e che hanno detto: no, a noi vanno bene le regole preesistenti.
Certo, d’accordo, scusate il disturbo.
Quale futuro?
Io credo che continuare questa inutile rincorsa non abbia senso. Quando finalmente riusciremo a portare la fibra in prossimità di tutte le case, con questa velocità, sarà già tempo di cambiare tutto, il mondo avrà salito un altro gradino verso il progresso tecnologico e noi saremo sempre li ad arrancare. Portando avanti una tecnologia che è già vecchia.
L’unica soluzione è mettere un punto e ricominciare da capo. Dare vita ad un programma vero, che non lasci margini di discussioni su interessi di terzi, che permetta all’Italia di essere davvero al passo con i tempi.
Utopia? Può darsi. Ma se non riusciamo a non essere in ritardo su temi di ordine morale come i diritti delle coppie di fatto, i diritti degli omosessuali, la fecondazione assistita, l’eutanasia (e potrei andare avanti per molto), la speranza è che su una questione più pratica le cose si possano muovere velocemente.
Potere è un conto, volere è un altro. Sarà mica questo il caso in cui non si vuole andare avanti perché conviene restare fermi? Un popolo fermo, arretrato, non è un popolo facilmente gestibile?
Un popolo consapevolmente digitalizzato, non è forse un popolo che potrebbe non accontentarsi, volere di più ed alzare la voce?
A me è venuto questo dubbio, voi cosa ne pensate? Fatemi sapere.