Le buone idee hanno spesso attratto la nostra attenzione e conquistato la nostra fiducia, spesso anche grazie all’entusiasmo che chi le ha viste nascere è riuscito a veicolare nel momento in cui si è trovato a illustrarcene la struttura e le potenzialità.

In tempo di crisi però (si, c’è ancora la crisi in Italia, a quanto dicono in TV) troppo spesso le buone idee restano nel cassetto di chi non ha i fondi per dare loro vita concreta.

Negli ultimi anni però, prendendo spunto dai Paesi oltreoceano, più avanti di noi, in media di una manciata di anni, in molti campi, compreso quello della fiducia e del sostegno pubblico e privato verso la nuova imprenditoria, sono arrivate in Italia una serie di iniziative  che aiutano le persone “comuni” e le aziende novelle, a coltivare le proprie idee di business innovative ed a dare loro la possibilità di diventare, quando è possibile, impresa.

Il termine utilizzato per questa pratica, lasciato con rispetto in lingua originale, è Crowdfunding: in parole povere attraverso tale tecnica, una idea viene presentata e diffusa con l’aiuto del passaparola e dei social media, in modo che possa ottenere l’attenzione del pubblico e, in seguito, anche raccogliere fondi per la realizzazione del progetto che essa porta in seno.

Una delle piattaforme di raccolta fondi per le idee e progetti imprenditoriali è Kickstarter, che funziona benissimo ed in maniera straordinariamente semplice.

Accessibile a tutti in ogni parte del mondo, (anche se le sue pagine sono solo in lingua inglese), questo sito web permette di esibire il proprio progetto attraverso la descrizione scritta dell’idea che lo supporta, ma anche, se si vuole, con video e materiale fotografico, insomma tutto quanto può servire a convincere  chi legge delle sue potenzialità. In questo modo si invitano gli utenti a donare una somma di denaro per fare in modo che il progetto stesso veda la luce. La semplicità con cui poter effettuare le donazioni, attraverso una buona serie di canali di transazione online, evita accuratamente ogni tipo di ripensamento quando si decide di donare. Inoltre la possibilità di poter seguire l’andamento della raccolta fondi in tempo reale contribuisce a fidelizzare, in qualche modo, chi decide di sostenere il progetto prescelto, rendendolo e facendolo sentire in ogni momento, una parte importante del progetto stesso.

Unico neo della questione è una tassa del 5% che Kickstarter trattiene come commissione, una volta che il progetto ha ottenuto la somma che si era prefisso di raccogliere. Niente però in confronto ad un sogno che diventa realtà.

Quella presa ad esempio è comunque soltanto una delle piattaforme, che si stanno facendo conoscere in Italia, per la raccolta di fondi a scopo imprenditoriale: ne esistono diverse, spesso anche specializzate in ambiti specifici, come per idee dalle potenzialità “rivoluzionarie” per la vita propria o altrui (è il caso di “deRev”) oppure per progetti incentrati sull’ambito sociale o promossi da enti ONLUS (è il caso di “Lets Donation”).

Insomma, quale che sia l’ambito in cui ci frullano buone idee in testa ogni tanto un piccolo check sul web alla ricerca di qualche buona occasione di recuperare monetine non fa mai male.

Mai come in questo caso, se quello che abbiamo in testa ha qualche chance concreta, sarebbe il caso di dire “Aiutati che il web ti aiuta!”.