Realizzo siti internet da tanto tempo, sviluppando diverse tipologie di soluzioni. È un lavoro che permette di unire il mio lato creativo con la mia voglia di utilizzare al meglio il mondo (quello virtuale intendo), ed è un lavoro che mi da sempre un sacco di soddisfazioni.

Quando progetto per gli altri ho la grande abitudine di non entrare troppo nei loro panni, perché ho bisogno di avere, ogni tanto, un occhio critico sul sito da realizzare.

A volte però, diciamo anche spesso, avviene di curioso, che siano i committenti ad entrare nei miei panni. Vi si infilano allegramente, per controllare, dicono, quello che piano piano è il risultato del mio lavoro.

Creare un sito web in realtà è un lavoro alla base del quale c’è ovviamente l’idea del committente, guai se così non fosse.

Le sue esigenze, i suoi desideri, la funzionalità che egli vuole dare al sito sono l’ispirazione su cui io mi baso per creare.

È anche vero che, quando il committente si infila nei miei panni, a volte questi diventano stretti, ma così stretti, che c’è il rischio di strapparli e rovinare tutto.

Per carità, io amo il confronto, e penso che le idee altrui possano dare nuova linfa e fare da collante per le mie.

Quello che a volte mi lascia perplesso però è il motivo (se c’è), per cui in tante altre professioni il cliente si limiti soltanto a chiedere ciò che gli serve e se ne sta diligente, in un angolo ad aspettare, mentre nel caso della realizzazione di un progetto web per terzi, i terzi si sentano in condizioni di dare saggi tecnici consigli su come svolgere il lavoro (per cui hanno chiesto ad un web creator, proprio in virtù del fatto che di mestiere essi fondamentalmente ne fanno un altro).

Un atteggiamento che lascia davvero senza parole.

Vi immaginate se, con l’idraulico in casa io mi mettessi carponi con lui sotto il lavandino per dire quale pinza sarebbe meglio utilizzasse per svitare il tubo del lavello?

O se dal medico di famiglia avessi da obiettare sulla medicina che mi ha prescritto per la tosse e gliene consigliassi (anzi se consigliassi a me stesso) un’altra?

La tragedia dei consigli non richiesti, nel caso del mio lavoro, è che fondamentalmente l’utente richiede un certo prodotto finito, senza minimamente calcolare il fatto che dietro ci siano ore di lavoro ed anni di esperienza.

Mi è capitato, e dico davvero, chi volesse home page che sembrassero pezzi di film o videogiochi, e che poi dimenticassero completamente la funzionalità, a livello di marketing ed indicizzazione, dei contenuti testuali.

Sono una persona paziente di fondo, ma mi sale puntualmente la tristezza quando, per seguire le “dritte” (dritte?) di un cliente, un sito potenzialmente ottimo dal punto di vista comunicativo diventi una creatura  tra le tante, un altro fuoco d’artificio senza anima, a riempire un web ormai saturo di roba più o meno inutile.

Amo l’arte del web mastering, ma mi sento anche un profeta dell’utilità multimediale e gioisco quando chi mi chiede consulenza, mi da la possibilità di lanciare un’altra stella nel firmamento del web, senza che per questo se ne snaturi la funzione per cui è nata.