Quando navighiamo sul web e ci imbattiamo in qualche tipo di pubblicità, banner, o link di una particolare keyword, ci ritroviamo su quella che viene definita una landing-page che tradotto letteralmente (pagina di atterraggio), rende molto meglio l’idea del suo scopo.

Landing page

Come una pista di atterraggio per gli aerei necessita di caratteristiche specifiche ( luci di bordo pista, luci di soglia, clearway…), così le landing page devono rispettare delle regole, affinché chi si appresta ad “atterrare” completi la sua “manovra”,  cioè la conversione. Vediamo quali sono queste regole.

Meno disordine. Il disordine visivo uccide la conversione. I progettisti grafici possono diventare i tuoi peggiori nemici, perché a volte possono esagerare in leziosità sulla pagina. Questo in genere confonde i visitatori, con effetti disastrosi sul tasso di conversione. E’ fondamentale fare della “call to action” l’elemento più evidente per l’utente, perché se non è evidente, si rischia di perdere tempo e denaro.

Meno testo. Sulle landing page, troppo testo limita le conversioni. Inserire una quantità esagerata di testo su una pagina di destinazione non ci garantisce che l’utente lo leggerà, Forse è più facile il contrario. Inserire meno testo potrebbe non sembrare una buona idea in un primo momento, ma rende più facile la comprensione della call to action molto. Se si dovesse aver bisogno di usare del testo per l’ottimizzazione, sarà senz’altro meglio inserirlo oltre la fold-line.

Meno informazioni richieste. I marketers tendono a chiedere troppe informazioni personali troppo presto, causando così l’abbandono della pagina da parte dell’utente. Per migliorare il tasso di conversione, è meglio raccogliere solo le informazioni strettamente necessarie per completare la transazione specifica. Se fosse necessario acquisire maggiori informazioni per un successivo contatto va bene, ma il nome e l’indirizzo e-mail saranno  sufficiente per cominciare.