Dalla nascita dei primi siti web aziendali, il trend sempre crescente è stato quello di creare uno spazio sulla rete per la propria azienda. Negli ultimi tempi invece c’è stata una sostanziale inversione di criterio per una buona fetta del mercato presente sulla rete.

Inversione

Ad esempio, alcuni siti e-commerce come Amazon.com, hanno iniziato ad aprire delle sedi fisiche distaccate che gestiscono direttamente gli ordini che i clienti effettuano online, per accorciare i tempi di consegna dei prodotti acquistati, dando lavoro, solo in Italia, a circa 350 persone.

In termini pratici una localizzazione fisica di un certo tipo di aziende, che operano attualmente solo sul web, potrebbe portare ad un incremento dell’occupazione, contribuendo alla creazione di nuove figure professionali, magari formate adeguatamente con degli stage oppure attraverso il sistema utilizzato prevalentemente negli USA della formazione on the job.

Questo tipo di web-marketing proiettato fuori dal mondo virtuale presenta degli aspetti sicuramente interessanti e vantaggiosi.

Innanzitutto viene ridotto il rapporto costo/rischio nella creazione e nello sviluppo dell’azienda, in quanto la rete è il posto in cui la visibilità è molto superiore a quella del mondo reale.

Se l’idea imprenditoriale non avesse riscontri o suscitasse poco interesse, si potrebbe scartarla e ricominciare da capo con una spesa veramente irrisoria rispetto agli alti costi rappresentati dall’affitto o l’acquisto di una sede idonea, magazzino, merce ecc.

Il risvolto socio-economico più diretto, potrebbe essere proprio quello della formazione. La creazione di figure professionali idonee rappresenterebbe una scelta diversificata per le nuove generazioni, per anni vincolate alle discipline consuete che ormai portano per lo più verso il vicolo cieco della disoccupazione e delle lunghe liste di attesa, sature ormai da anni.

E questi sono solo due esempi dei vantaggi di questo nuovo tipo di web economy.
Quali saranno gli effetti a lungo termine di questa innovazione?
Ai posteri, l’ardua sentenza.