È sempre entusiasmante rendersi conto di come la crisi che dilaga nell’economia italiana non riesca a tarpare le ali di chi ha voglia di mettersi alla prova. Neanche in Italia, nonostante tutto.

Chi non si lascia abbattere dai numeri (bassi) e dalle preoccupazioni (alte), ha ormai un profilo delineato. Si tratta di persone spesso molto giovani e o comunque appartenenti ad un target che non supera quasi mai i 35 anni, con qualche punta eccellente tra i pensionati, quasi a voler rischiare il tutto per tutto, magari investendo la liquidazione e cominciare una seconda vita imprenditoriale col botto.

Le idee sono tante, tutte piuttosto originali, alcune davvero stravaganti, ma forse è proprio per questo coraggio e per questo valore aggiunto, che la maggior parte di loro spicca il volo e diventa business.

I campi di investimento sono davvero i più disparati, con una grossa percentuale nel settore delle nuove tecnologie, meglio ancora se ben integrate con la tradizione. Un esempio lampante di questa tendenza è quello di wood’d, marchio tutto italiano nato, prima ancora che come start up, come idea visionaria e sentimentale di due fratelli giovanissimi, sommando le età dei due ragazzi non si arriva infatti al mezzo secolo. I due, dopo aver seguito un percorso di studi piuttosto “moderno” (design uno comunicazione l’altro) hanno deciso di fare i “figlioli prodighi” e sviluppare il loro business a partire dalla storica azienda di famiglia: una falegnameria.

E come conciliare la lavorazione del legno con la tecnologia moderna? Creando cover per gli iphone, appunto le wood’d.

Quale che sia l’idea da cui parte una start up, è ormai dunque chiaro che senza una forte strategia di comunicazione a 360° il progetto non riesce a farsi strada e compiere il salto verso il business. Il marketing, convenzionale e, soprattutto, attraverso i nuovi media, è oggi fondamentale, e non solo per le vendite.

In un mondo dove le informazioni arrivano velocemente e da ogni angolo, e altrettanto velocemente si disperdono, la comunicazione gioca oggi un ruolo fondamentale già a partire dalla nascita stessa di una idea imprenditoriale.

Non basta più dunque la convinzione che un prodotto sia buono, innovativo e fruibile: già a partire dal suo nome la comunicazione in generale, ed una ottima strategia di marketing in particolare, possono fare davvero la differenza tra un sogno che ritorna troppo presto nel cassetto ed un business solido.

Ecco dunque le fasi legate alla comunicazione (convenzionale e web) che non devono mai mancare per un progetto imprenditoriale:

  • Naming: il nome di un prodotto/servizio non deve essere mai scelto a caso. Esistono studi di marketing che dimostrano quanto alcuni accorgimenti (semantici, stilistici e psicologici) possano trasformare un progetto anonimo in un prodotto di grande impatto, anche e soprattutto emozionale.
  • Teasing: creare l’attesa per l’arrivo del progetto è fondamentale per incuriosire e nel contempo cominciare ad acquisire e fidelizzare i potenziali acquirenti. Flash mob, materiale video e campagne virali giocano il ruolo da protagonista in questa fase.
  •  Lancio: il lancio di un prodotto oggi deve diventare necessariamente un Evento, poco importa se si scelga di creare uno show ad hoc, o di sbloccare con i follower un coupon dedicato solamente a loro per festeggiare il lancio del brand. Parole d’ordine, in ogni caso, “esperienza” e “condivisione”.
  • Tenuta/follow up: anche se il lancio è stato un successone, anche se tutti i clienti (potenziali o già acquisiti) sembrano entusiasti, lasciare che il prodotto lavori da solo è sempre e soltanto deleterio. Un cliente non seguito costantemente sarà presto un ex cliente.